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2021-06-28Le PMI di fronte alle sfide di globalizzazione e pandemia
Per le PMI la globalizzazione—e più recentemente la pandemia—rappresentano grandi sfide. Non tutte le Piccole Medie Imprese sono però in grado di farvi fronte: lo dimostrano i dati elaborati da Confcommercio, secondo cui solo nel 2020, a fronte di 85mila nuove aperture si è stimata la chiusura definitiva di oltre 390mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi.
Alla luce di questi dati, le PMI che intendono proiettarsi con successo nel futuro, devono dunque adottare strategie di sviluppo che consentano loro di avere a disposizione un ambiente in grado di affrontare le nuove sfide globali e di prosperare nel tempo.
Tale prosperità non può che derivare dalla creazione di imprese vibranti e profondamente radicate nelle economie locali. Perché ciò avvenga è necessario ampliare l’insieme dei talenti.
Istruzione e imprenditorialità: un rapporto complesso che deve essere affrontato
La formazione in azienda è il motore dello sviluppo delle competenze: per i futuri imprenditori rappresenta la base per la generazione di un’adeguata mentalità imprenditoriale, mentre per coloro che sono alla guida di aziende già avviate è fonte di sistematizzazione dell’esperienza sul campo e di consolidamento della capacità di problem solving.
Nonostante queste evidenze, rimane però un certo scetticismo sulla possibilità di sviluppare imprenditorialità attraverso la formazione, dietro cui spesso si nasconde l’incapacità di affrontare e vincere le sfide aziendali.
« Il rapporto tra istruzione e imprenditorialità è molto complesso e non può essere rimosso: deve essere affrontato », sottolinea Vladimir Nanut, docente di Strategia Aziendale presso l’Università di Trieste nella prefazione del testo ‘La formazione manageriale e imprenditoriale nelle PMI’ (Ed. Franco Angeli)
Istruzione e imprenditorialità: due straordinarie opportunità interconnesse
L’imprenditorialità e l’istruzione sono due straordinarie opportunità che devono essere interconnesse per sviluppare il capitale umano: « Solo un ambiente in cui l’imprenditorialità può prosperare e dove si possano mettere alla prova nuove idee con consapevolezza, può garantire che molti dei problemi attuali possano essere affrontati e risolti », spiega ancora Nanut.
Negli ultimi anni, soprattutto per effetto della crisi che ha colpito pesantemente proprio le piccole imprese, nonché a causa della competizione globale sempre più pressante, sembra essere cresciuta nei responsabili delle PMI l’esigenza di rafforzare le competenze imprenditoriali e manageriali.
Ripensare la formazione aziendale
Per fare in modo che tutte le risorse umane operanti all’interno di un’impresa contribuiscano al suo successo in maniera consapevole e strutturata, è quindi indispensabile ripensare la formazione aziendale.
La formazione non deve più essere considerata come un costo a basso valore aggiunto, bensì come un investimento in grado di favorire in tutti coloro che vi partecipano, favorendo l’acquisizione delle cosiddette soft skill, ovvero quelle capacità relazionali e manageriali fondate su un set di comportamenti organizzativi di comprovata efficacia.
Cosa sono le soft skill
Ma nella sostanza, cosa sono le soft skill? In ogni impresa, a prescindere dalle dimensioni, sono presenti dei temi comuni:
- la collaborazione tra funzioni
- la motivazione e la delega
- la capacità di affrontare e gestire il cambiamento
- lo sviluppo della fiducia
- il senso di appartenenza
- il lavoro di squadra
- la leadership
In pratica le componenti indispensabili all’evoluzione e al successo di ogni attività.
Perché è importante la formazione aziendale all’interno della Piccola e Media Impresa
La formazione è la base per creare competenze trasversali che abbraccino tutti le componenti evolutive comuni, permettendo a imprenditrici e imprenditori e alle loro risorse di accrescere la competitività sul mercato, la produttività e il senso di appartenenza, differenziandosi così in maniera significativa rispetto a quelle organizzazioni che considerano la formazione un costo e non un investimento, ritenendo erroneamente il tempo destinatole sprecato e sottratto alla produttività.
Grazie alla formazione, al raggiungimento di obiettivi come la qualità del lavoro, l’ottimizzazione dei processi produttivi, le capacità commerciali e il lavoro di squadra, le PMI potranno essere sempre più competitive e ritagliarsi un proprio spazio sul mercato differenziandosi per la capacità di generare valore per i propri clienti e non solamente per fornire soluzioni a basso prezzo.
Formare competenze nella propria azienda non significa perderle
Purtroppo, vi è ancora la convinzione diffusa che lo sviluppo di competenze trasversali aumenti la loro spendibilità sul mercato esterno del lavoro, con il conseguente rischio di perdere le risorse migliori.
È stato invece dimostrato che la formazione di competenze trasversali all’interno delle PMI aumenta il senso di appartenenza dei collaboratori, li motiva a rimanere nel luogo dove le loro capacità e competenze sono state riconosciute, sviluppate e potenziate, restituendo così all’impresa efficienza, efficacia, qualità, produttività e raggiungimento dei risultati attesi.
Il valore dei fondatori delle aziende può rivelarsi un’arma a doppio taglio
Molte PMI sono strettamente collegate all’imprenditrice o all’imprenditore che le ha fatte nascere. Se questo ha portato nel tempo una serie di innegabili e indiscutibili vantaggi, rischia poi di rappresentare una criticità. I fondatori, dedicando tutta la loro attenzione allo sviluppo dell’impresa, possono infatti arrivare a identificarsi talmente con essa da considerarla quasi come una loro creatura esclusiva, il cui sviluppo o potenziamento perciò non può essere affidato a degli “estranei”.
Questa possessività, porta gli imprenditori a circondarsi di famigliari in posizioni chiave, i quali non sempre però sono figure dotate di opportune capacità e competenze, ma il cui ‘blasone’ sembra essere però dote sufficiente per escluderli da interventi di formazione, qualificazione o acquisizione di competenze o soft skill.
Luci e ombre nel controllo totale di un’impresa
Il controllo totale di un’impresa da parte di chi l’ha fondata e dei suoi famigliari, può rappresentare una convergenza di interessi sul lungo termine, ma non sempre questo approccio risulta vincente e al passo con i tempi, in quanto le due istituzioni—famiglia e impresa economica—possiedono norme e valori caratteristici a volte incompatibili tra loro, tanto da portare al mancato conseguimento degli obiettivi economici.
Non sempre imprenditori e imprenditrici comprendono che le attuali condizioni del mercato richiedono azioni diverse da quelle seppur vincenti del passato e se lo fanno si affidano a manager sui quali poi però tendono a esercitare elevati livelli di controllo, rendendone difficile l’operato, impedendone una reale autonomia e una significativa differenziazione sul mercato.
La leadership come valore chiave alla base di innovazione e condivisione delle competenze
La leadership è un fattore chiave alla base dell’innovazione organizzativa. La collaborazione tra imprenditori e manager deve garantire una corretta e condivisa visione del futuro, concentrando le migliori energie e strategie per prosperare in un contesto socioeconomico in continua trasformazione.
Un convincimento molto diffuso è invece quello che la leadership sia una dote innata e che solo parzialmente possa essere perfezionata con l’esperienza e la condivisione, e che tantomeno possa essere acquisita e sviluppata attraverso la formazione.
Ci sono invece differenti capacità e competenze che possono essere acquisite:
- leadership
- managerialità
- pensiero strategico
- visione
- capacità gestionali e di delega
- motivazione delle persone
e queste sono solo alcune delle capacità e competenze che possono essere acquisite, sviluppate, potenziate attraverso interventi formativi appropriati che rispettino i valori di tutti gli attori in gioco: fondatori delle aziende e loro famigliari eventualmente coinvolti nella conduzione dell’impresa, manager e altro personale dei vari reparti—dagli uffici, alla produzione, dal commerciale al marketing, dall’amministrazione alle Risorse Umane.
La scelta formativa deve partire dalla qualità
Molteplici ricerche condotte all’interno di PMI italiane, hanno dimostrato che spesso la scelta di attività formative viene fatta basandosi più sulla convenienza che sulla qualità, oppure per la capacità di società poco professionali di consulenza e formazione di vendere servizi standard e non basati sulle reali esigenze dei committenti, o ancora argomentando che “un po’ di formazione va fatta per tenere alto il morale dei lavoratori”, e non invece per ottenere una condivisione di valori, aspettative e risultati possibilmente misurabili.
Inoltre, il fatto che oggi anche le PMI abbiano la possibilità di accedere a finanziamenti per la formazione, trasforma gli interventi formativi in una commodity, ovvero in un “qualcosa” in più per il quale non è necessario investire soldi ed energie dell’impresa.
La formazione aziendale come processo strutturato e scientifico per raggiungere i propri obiettivi
La formazione aziendale per le PMI, quando realizzata in modo corretto è un processo strutturato e costruito scientificamente, che consente alle imprese di raggiungere più agevolmente i propri obiettivi.
In questo modo la formazione non viene percepita come un costo, ma diventa un valido aiuto per lo sviluppo costante dell’impresa, per la sua differenziazione sul mercato, per la trasformazione della modalità di vendita di prodotti e servizi, per la comunicazione all’interno e all’esterno, per la gestione e lo sviluppo del personale, così da da assicurarsi un successo più duraturo e costante nel tempo.
Nelle imprese in cui sono stati messi in atto interventi formativi seri e professionali, si sono verificati miglioramenti significativi su più fronti: è aumentato il senso di appartenenza delle risorse, è migliorato il posizionamento sul mercato, è cresciuta la fiducia di clienti e fornitori, sono migliorate credibilità e reputazione verso l’esterno, sono aumentati profitti e margini e in ultima istanza è migliorata la qualità della vita di tutti gli attori coinvolti.
Approfondimenti
La formazione manageriale e imprenditoriale nelle PMI (Ed. Franco Angeli)
Analisi Ufficio Studi di Confcommercio
Credits
Immagine: Dylan Gillis / Unsplash