La trasformazione digitale è il processo di sostituzione delle modalità e degli strumenti manuali e tradizionali di fare business o di erogare servizi, con alternative digitali. Sia che tale trasformazione avvenga in un’azienda privata o in un’amministrazione pubblica, essa coinvolge tutti gli aspetti dell’organizzazione e non solo quindi quelli tecnologici.
I principali vantaggi della digital transformation sono:
Affinché la trasformazione digitale avvenga pienamente non è sufficiente collezionare dati e introdurre mezzi tecnologici: occorre ripensare la struttura e il funzionamento della propria organizzazione.
Puntare solo sulla tecnologia per attuare il concetto di trasformazione digitale rischia di essere un grave errore. E’ essenziale modificare anche i modelli organizzativi, nonché la mentalità di imprenditori, leader e dipendenti mettendo in atto una vera e propria educazione digitale.
Un altro punto importante per compiere una vera digitalizzazione è quello di assicurare a tutti—sia persone fisiche che organizzazioni—una connessione a Internet di qualità per garantire una crescita inclusiva, ridurre le barriere di accesso all’economia digitale e stimolare l’innovazione e la concorrenza.
Il ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colau, durante un’audizione parlamentare ha definito il digitale come “garanzia di opportunità, inclusione e coesione territoriale”, evidenziando poi come la dimensione digitale riesca a “colmare distanze prima impensabili, a connettere idee, persone, imprese e mercati abbattendo barriere e dando opportunità a tutti”.
Il digitale è inoltre un nuovo modo di lavorare, fare impresa ed essere cittadini: la condizione abilitante di un nuovo diritto di cittadinanza, nella pubblica amministrazione come nelle scuole, nella giustizia come nella sanità, nella capacità competitiva come nella sicurezza.
Infine la transizione digitale deve essere concepita come una strategia industriale, geo-strategica e competitiva, in un’ottica europea e atlantica.
La trasformazione digitale rappresenta una delle sfide più difficili e importanti dei nostri tempi e la pandemia ha fatto emergere tutte le fragilità dell’ecosistema imprenditoriale italiano.
Secondo una ricerca condotta da SVIMEZ il 15% delle imprese italiane rischia di essere estromessa dal mercato. I motivi sono da ricercarsi principalmente nella poca innovazione, nella mancata transizione digitale e nella scarsa attività di export.
Negli ultimi mesi, l’evento pandemico ha contribuito ad accelerare il processo di digitalizzazione che era già in atto e che nel prossimo futuro rappresenterà sempre di più un impegno inderogabile per tutte le organizzazioni pubbliche e private, anche in virtù delle ingenti risorse previste nei piani europei.
L’Italia è uno dei Paesi a cui sono state destinate le maggiori risorse economiche previste nei piani europei. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede che il 27% dei fondi a disposizione siano utilizzati per la digitalizzazione e che siano funzionali alla realizzazione delle ulteriori sei missioni che costituiscono il piano:
La trasformazione digitale dell’azienda può essere intesa come il cambiamento culturale, organizzativo e operativo di una impresa, che si realizza per mezzo dell’utilizzo e l’integrazione consapevole di strumenti, tecnologie digitali, processi e competenze informatiche, investendo in modo sinergico tutte le aree e i livelli gerarchici dell’azienda.
Seppure la tecnologia sia ormai parte integrante della nostra vita, la maggior parte delle imprese stentano ad applicarla ai loro processi aziendali e ciò avviene soprattutto nelle microimprese e nelle PMI.
Questa difficoltà è poi molto più frequente nelle piccole imprese, che si trovano ad affrontare un profondo cambiamento di mentalità, oltre che per la difficoltà di inserire in azienda figure professionali e strumenti tecnologici adeguati allo scopo.
Digitalizzare processi e documenti comporta una profonda revisione della strategia aziendale e del modo di lavorare e non si limita soltanto all’adozione di tecnologie innovative.
Per trasformare l’impresa in un’organizzazione capace di reagire ad eventuali crisi o cambiamenti del mercato, bisogna puntare sulla semplificazione e interpretare correttamente le necessità di clienti, partner, dipendenti e collaboratori.
Tuttavia, la digitalizzazione aziendale rappresenta una sfida che le imprese sono chiamate ad affrontare se vogliono rimanere competitive in un mercato in costante evoluzione, sfruttando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie al fine di automatizzare le attività rendendo i processi aziendali più snelli e veloci puntando a obiettivi e risultati chiave che ottimizzino il business.
L’innovazione digitale in azienda implica forme nuove di partecipazione di dipendenti, collaboratori esterni, fornitori e clienti, che si realizza attraverso spazi di lavoro aperti e condivisi anche a distanza.
Esempi più significativi di queste nuove forme di partecipazione, la cui adozione è stata accelerata anche dalla situazione pandemica, sono lo smart working, le riunioni organizzate in videoconferenza, la possibilità di fornire assistenza ai propri clienti attraverso sistemi di intelligenza artificiale, (chatbot) o alle interazioni che nascono attraverso i social network.
Il processo di digitalizzazione delle imprese è quindi una scelta necessaria che offre numerosi vantaggi. I principali sono:
Per ottenere pieno vantaggio dalla trasformazione digitale occorre impiegare differenti tecnologie, tra le quali figurano:
Greg Satell esperto in transformation & change e autore di numerose pubblicazioni in materia, in uno dei suoi saggi ha elencato quattro punti fondamentali per mettere in atto una transizione digitale di successo in azienda:
Secondo quanto emerge dall’ultima edizione della ricerca Aruba Enterprise-Cionet, osservando gli aspetti più problematici del processo di digitalizzazione, si evidenziano alcune resistenze che possono rallentare l’attuazione della digital transformation in azienda:
La transizione digitale nella PA ha l’obiettivo di ridurre il divario esistente tra cittadini, aziende e pubblica amministrazione, permettendo la realizzazione di un’amministrazione digitale aperta che offra, agevoli e semplifichi la fruizione dei servizi pubblici attraverso tecnologie digitali facilmente utilizzabili, tali da garantire una relazione trasparente con i cittadini.
Si assiste da diverso tempo al progetto ambizioso e strategico di digitalizzare tutto l’apparato della pubblica amministrazione per far sì che il cittadino—sia privato che azienda—possa usufruire dei servizi amministrativi direttamente dal proprio PC o smartphone.
Tra i motivi del ritardo, troviamo lo scarso livello di innovazione nell’azione delle pubbliche amministrazioni, le carenti interazioni online tra amministrazioni e utenza, oltre alle numerose lacune nelle competenze digitali e nella formazione dei dipendenti pubblici.
Il processo di transizione digitale della pubblica amministrazione è destinato a subire una vigorosa accelerazione, anche perché è al centro del PNRR.
La missione del piano denominata Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura ha infatti come obiettivo generale l’innovazione del Paese in chiave digitale e la prima componente riguarda la digitalizzazione, innovazione e sicurezza della PA, grazie all’articolazione su tre settori di intervento:
Per questi tre settori, lo stanziamento complessivo delle risorse è pari a 11,75 miliardi di euro, mentre l’intero capitolo del PNRR dedicato alla digitalizzazione della PA ammonta complessivamente a 42,54 miliardi di euro e comprende un grande numero di interventi, che spaziano dai dati pubblici, passano per le infrastrutture digitali, e arrivano alla cybersicurezza e alla definizione delle competenze digitali di base.
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PDF)
Transizione 4.0: le opportunità del nuovo Piano da 24 miliardi
Immagine di Joshua Sortino su Unsplash